Una commedia brillante a tinte comiche scritta e diretta da: DANIELE FALLERI
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- Interpreti: MONICA SCATTINI – ANDREA RONCATO – ROBERTA GIARRUSSO – PIA ENGLEBERTH – PIETRO DE SILVA – LUDOVICO FREMONT – DOMENICO BALSAMO
- Costumi: ISABELLA RIZZA
- Musiche: MARCO SCHIAVONI
- Foto di scena: CARLO DE GORI
- Produzione: I DUE DEL SOLE
- Durata spettacolo: 120′
- Stagione Teatrale: 2012/13
Cos’è IL MARITO DI MIO FIGLIO?
E’ una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù sulla cresta dell’onda in tutto il mondo: il matrimonio gay.
Breve sinossi:
Domani Giorgino e Michele (alias George & Michael) si sposano.
Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli nel loro appartamento per comunicargli la notizia.
Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi.
Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia.
IL MARITO DI MIO FIGLIO è in libreria pubblicato dalla casa Editrice Titivillus – Collana ‘Lo Spirito del Teatro’.
IL MARITO DI MIO FIGLIO è stato selezionato dall’Istituto di Cultura Italiana di Washington per essere rappresentato negli USA all’interno di una rassegna di nuova drammaturgia contemporanea ed è disponibile sia in lingua inglese: MY SON’S HUSBAND che in lingua francese: LE MARI DE MON FILS.
Note di regia:
IL MARITO DI MIO FIGLIO non vuole essere un manifesto gay.
Non è una storia di propaganda. Non vuole portare la bandiera di nessun movimento. Vuole andare oltre. O più precisamente vuole essere tutto questo ed altro. Mi spiego. La chiave di osservazione della storia esige di non prescindere da una considerazione fondamentale, e cioè che Michael e George ancor prima di essere gay sono due ragazzi che si amano.
Non è la loro inclinazione sessuale a fare da protagonista in questa storia. Il protagonista, se ce n’è uno, è l’amore. Per un compagno, per un figlio, per una madre, per un sogno, per un ideale, per se stessi, per la vita.
L’intento è dichiarato dalla scelta del titolo: IL MARITO DI MIO FIGLIO e non “Il matrimonio gay”.
Il punto di vista si colloca inequivocabilmente all’esterno della coppia di sposi che diventano un elemento fra gli elementi. Chi parla è una mamma o un papà.
Questo è ciò che più mi interessa, indagare sull’istituzione famiglia. Sull’effetto deflagrante che una notizia inaspettata e sconvolgente ha sull’ipocrisia di facciata del nucleo familiare come metafora di una società. Le famiglie di Michael e George sarebbero potute andare avanti sull’onda delle convenzioni per anni, forse per sempre. Rapporti sedimentati su codici falsi e apparentemente inamovibili. Ma la comparsa di un elemento imprevisto (e qui fa la sua entrata trionfale il matrimonio gay) smantella gli equilibri costituiti e obbliga tutti a rifare i conti con se stessi e il resto del mondo, riesaminando ex novo tutto ciò che ci circonda e che davamo per scontato.
[L’autore e regista Daniele Falleri]