- Regia di DANIELE FALLERI
- Interpreti: FRANCA VALERI – URBANO BARBERINI
ODDIO, MAMMA!
Adattamento da “The outrageous adventures of Sheldon e Mrs. Levine” di Sam Bobrick & Julie Stein a cura di BARBERINI – FALLERI – VALERI
- Scenografia: ALESSANDRO CHITI
- Costumi: ISABELLA RIZZA
- Musiche: MARCO SCHIAVONI
- Aiuto regista: LUANA OCCHIPINTI
- Produzione: SOCIETA’ PER ATTORI
Breve sinossi:
Una madre e un figlio a migliaia di chilometri di distanza si rincorrono e si sfuggono scrivendosi lettere taglienti come lame. Divertenti e ironici come solo le anime folli possono essere, passano indenni attraverso disavventure ai limiti del paradosso. Come un sole e il suo satellite, destinati a non incontrarsi mai, i due si attraggono in un’infinita girandola di amore-odio. Ma nell’improbabile carteggio di “ODDIO MAMMA!” può succedere anche quello che altrove è impossibile…
Note di regia:
Una madre possessiva ed invadente che dal salotto di casa scrive lettere al figlio lontano intimandogli di tornare da lei. Un figlio in fuga perenne che risponde parole di fuoco, si agita e scappa senza mai affrancarsi. Da questa dinamica di base ha preso vita l’immagine dello spettacolo: Doris come un sole guarda e sta, Saverio come un satellite gira e gira ma sempre lì è.
ODDIO MAMMA! nasce come un carteggio – un improbabile carteggio – e si trasforma in breve in un duello in movimento senza esclusione di colpi. Lettere taglienti come lame che si conficcano ovunque. Caustiche, ironiche, sarcastiche, irriverenti, con quel retrogusto di sentimento e di azzardo che rendono un confronto vivo e pulsante.
Ricordo le risate che mi sono fatto alla prima lettura. I personaggi, essenziali nella loro iperrealtà, mi hanno intrigato da subito. Con questi due voglio averci a che fare, ho pensato. Abbiamo cose da dirci. Voglio assolutamente scambiarci due chiacchiere. Anzi, quasi quasi entro nel loro gioco e gli scrivo due righe. E così è stato. Ho digitato un sms ai due interpreti, poi rivelatisi insuperabili compagni di viaggio. Due parole secche e stringate: “Ci sto!” Ci sto nel senso che accetto la regia. Ci sto nel senso che non vedo l’ora di tuffarmi in questo universo sfavillante fatto di capriole e tormenti. Ci sto nel senso che ci sto. Disposto a crescere per tornare bambino.
Daniele Falleri